Che cos’è la vita?

Bella domanda, che si fa ancora più interessante quando la risposta provano a darla grandi scienziati, abituati a confrontarsi tutti i giorni con il metodo sperimentale.
Il titolo di questo post è anche il titolo di un libro scritto nel 1944 da Edwin Schrodinger, il fisico quantistico famoso per il ‘gatto’. Ne avevo una copia in libreria ma non mi ero mai avventurato a leggerlo finché non l’ho visto citato sul libro del genetista contemporaneo Craig Venter.
Venter spiega come Schrodinger, usando le sue competenze di fisico e la sua incredibile immaginazione, previde la struttura del DNA che Watson e Crick avrebbero scoperto solo nel 1953.
Ma probabilmente Venter quel libro l’ha letto troppi anni fa e le sue scoperte sul genoma, che gli hanno permesso di raggiungere grande notorietà e un’immensa ricchezza, probabilmente lo hanno allontanato da quel romantico senso di rispetto e modestia che i grandi scienziati dimostrano verso la bellezza della Natura.
Schrodinger, Einstein, Feynman e moltissimi grandi scienziati contemporanei non si sono mai permessi di mettere in discussione l’esistenza di un Dio, magari immaginato come un ordine superiore e non come una divinità antropomorfa. Alla peggio qualcuno ha detto che non si può dimostrare che non esista. Tutti concordano che le leggi della fisica spiegano molto, persino che deve esserci un codice come il DNA, ma la vita è un’altra cosa.
Venter invece si è convinto che la vita non sia altro che un meccanismo. Rifiuta ogni idea di vitalismo, la vita deriva puramente da fenomeni fisici e chimici. Addirittura si autodefinisce il primo che è riuscito a creare la vita, realizzando il primo organismo sintetico, anche se in realtà ha ‘solo’ messo un DNA artificiale in una cellula che era già viva.
Non serve nessun Dio, nessun ordine superiore, l’uomo è così intelligente da poter manipolare a sua volta la vita.
Nel 1944 il DNA era un’ipotesi, nel 1953 è stato scoperto, nel 1999 è stato decifrato, nel 2012 è stato capito come manipolarlo con un software che sfrutta la tecnica crispr. In Silicon Valley sta nascendo la moda della garage biology (in posti come biocurious.org si può sperimentare il bio-fai-da-te). Presto con pochi soldi e un corso base di biologia ognuno di noi potrebbe divertirsi a creare rose blu o piselli giganti.
Con un click potremo modificare quello che la selezione naturale ha creato in milioni di anni, attraverso un meccanismo affascinante  e misterioso di piccole mutazioni casuali. Mutazioni da testare una alla volta, alla ricerca della soluzione più adatta a conservare la vita creando nuove generazioni più forti e più prolifiche.
Pochi giorni fa abbiamo letto che è stato creato un ibrido pecora-uomo, introducendo cellule staminali umane riprogrammate con tecnica crispr nell’embrione di pecora; lo scopo è la produzione di organi umani di ricambio compatibili per i trapianti. C’è sempre una buona causa all’inizio.
Homo Deus, che paura!
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Per approfondire
Erwin Schrodinger (1944), Che cos’è la vita?, Adelphi
J. Craig Venter (2014), Il disegno della vita, Rizzoli

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