Google Maps compie quindici anni. Possiamo davvero dire che sia stata una delle innovazioni a maggior impatto sulle nostre abitudini. A parte qualche taxista nostalgico che usa ancora il Tuttocittà, Google Maps è stato un driver fondamentale per lo sviluppo di migliaia di app per la mobilità sostenibile e per l’innovazione nel mondo dei trasporti. Davvero quella tecnologia ‘adiacente’ (vedi anche Come avere una grande idea) che mettendo a disposizione di tutti una versione digitale del mondo reale, ha permesso e permetterà l’introduzione di abitudini che oggi non possiamo neanche immaginare.
In un’intervista molto interessante rilasciata a Wired la direttrice delle mappe di Google, l’ingegner Jen Fitzpatrick, ha ricordato la storia dell’app dal 2005 ad oggi ed il potenziale futuro.
Secondo Fitzpatrick i tre elementi che hanno fatto grande Google Maps sono stati (1) Street View, che ha dato la possibilità a tutti di vedere fotografie reali dei luoghi sulla mappa; (2) la partecipazione degli utenti nell’aggiornare le informazioni sulla mappa in un mondo così grande e in così rapido cambiamento; (3) l’introduzione del machine learning per rendere più rapida e automatica la creazione di mappe in luoghi difficilmente raggiungibili.
Sul futuro non si sbilancia molto, anche se tra le righe possiamo pensare a molta pubblicità e all’incombente realtà aumentata (vedi Realtà diminuita, virtualità aumentata).
Jen Fitzpatrick, laureata a Stanford e con un master ad Harvard, è una delle prime trenta assunte in Google e numerosi brevetti sono a lei intestati.
Nell’intervista si è dimenticata però di citare l’inizio della storia, che vede un altro inventore protagonista: Jens Elistrup Rasmussen con il fratello Lars.
Nel 2003 infatti i fratelli Rasmussen fondarono Where 2, un’azienda che aveva lo scopo di reinventare il concetto di mappa, che a quei tempi era solo bidimensionale e statica, arricchendolo di informazioni e rendendola tridimensionale. A ottobre 2004 furono acquisiti da Google e assorbiti nel team di sviluppo di Google a Sidney in Australia.
Proprio in quel periodo Jens, che su wikipedia si definisce giustamente ‘inventore’, disegnò il famoso ‘pin’ prima del lancio ufficiale di Google Maps nel 2005.
Il pin di Google Maps è stato definito ‘un prodotto puramente funzionale che si è evoluto in un fenomeno culturale’ oppure ‘una soluzione che potrebbe avere vita propria, abbastanza forte e riconoscibile da diventare parte di progetti artistici e di design di altri’. Certamente ‘con il suo aspetto da mongolfiera in volo, questo segnaposto è atterrato nel cuore della nostra cultura visiva’.
Non a caso nel 2014 il Museum of Modern Art di New York ha acquisito una rappresentazione fisica del pin per la sua collezione permanente.
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