Guglielmo Marconi: startupper in fuga

Quando pensiamo a Marconi ci immaginiamo un fisico che fa esperimenti rinchiuso nel suo laboratorio di Pontecchio vicino a Bologna. Ebbene la sua vita è quanto di più avventuroso ed imprenditoriale possiamo immaginarci.
Come i nostri contemporanei startupper di successo ebbe una formazione outstanding, grande passione per il suo progetto, capacità di comunicare e fare network, dimensione internazionale e una focalizzazione sui propri obiettivi al limite della mania. Ebbe la capacità di vedere ben più lontano dei suoi contemporanei e di costruire un impero industriale guidato dalla propria curiosità e competenza tecnica.
Marconi, classe 1874, non studiò ad Harvard o a Stanford, ma avere un insegnante privato all’epoca era un privilegio per pochissimi. Grande appassionato di fisica ed elettromagnetismo, frequentò poi l’Isitituto Tecnico di Livorno, dove poté approfondire gli studi e la storia di Hertz, il primo fisico a sperimentare le onde elettromagnetiche teorizzate da Faraday e Maxwell qualche decennio prima.
Guglielmo non fu mai uno studioso appassionato di teoria, aveva sempre bisogno di applicare. Amava definirsi inventore, non scienziato.
A vent’anni passava le sue giornate nella sua casa di famiglia a fare esperimenti sulla trasmissione senza fili. Costruì un oscillatore e un ricevitore innovativi con la speranza di mandare un segnale in grado di superare una collina: da una parte Guglielmo premeva un tasto e dall’altra il maggiordomo avrebbe dovuto sparare un colpo di fucile per avvertire della ricezione del segnale. Nel dicembre 1895 Guglielmo sentì quel colpo di fucile e si convinse che davvero avrebbe potuto realizzare il sogno di permettere all’umanità di comunicare senza fili e senza limiti di distanza. Ne fece l’obiettivo della sua stessa vita.
Allora Guglielmo decise di andare in Inghilterra, dove industria e ricerca erano in pieno sviluppo. Un cervello in fuga ante litteram. E qui cogliamo il grande spirito imprenditoriale di Marconi: per prima cosa chiese il brevetto al Patent Office di Londra. Per lui era importante realizzare le cose, non teorizzarle. Molti altri scienziati nel mondo stavano facendo esperimenti simili ai suoi,  addirittura il Prof. Lodge di Oxford aveva ottenuto risultati simili prima di lui; ma nessuno aveva intuito il potenziale industriale della trasmissione wireless. Tre mesi dopo non solo ottenne il brevetto, ma l’ingegnere capo delle poste inglesi intravide in Guglielmo un tale potenziale da permettergli di usare tutti gli uffici postali e la loro tecnologia per sperimentare eventuali miglioramenti del suo sistema. Marconi era estremamente attivo e si diede da fare a creare il suo network: divenne amico di esperti del settore e di inglesi facoltosi, fece l’inviato per alcuni giornali e si dedicò spesso a dimostrazioni delle sue invenzioni attirando l’attenzione di pubblico e investitori. Tecnologia come magia, strumento di comunicazione potentissimo per portare l’attenzione sui suoi incredibili risultati.
A luglio del 1897 fondò la sua prima azienda: The Wireless Telegraph and Signal Company, poi rinominata Marconi’s Wireless Telegraph Company.
Spesso gli imprenditori dei primi del 900 sembrano uscire da quadri futuristi. Una vita ad inseguire record: produrre l’auto più veloce, costruire il grattacielo più alto, realizzare l’aereo con più autonomia. Per Marconi il sogno era di portare il segnale più lontano, voleva andare dove i cavi non arrivavano: il 12/12/1901 Marconi per la prima volta unì l’Inghilterra e l’America con un segnale wireless. Risultato incredibile: la scienza dell’epoca credeva che la curvatura della Terra impedisse la trasmissione delle onde su lunga distanza.
Questo fanno i visionari: hanno sogni che non si fermano davanti alla miopia dello status quo e con le loro scoperte determinano dei nuovi paradigmi che influenzano gli anni futuri finché un nuovo visionario non permetterà di andare ancora più lontano.
Inutile dire che organizzò una dimostrazione  pubblica per annunciare al mondo il suo nuovo record.
Marconi fu un grande comunicatore: nel disastro del Titanic la sua tecnologia fu importante perché permise ai soccorsi di arrivare rapidamente nel punto dell’incidente. Probabilmente furono spinti dal pathos della tragedia, ma la presenza sua e della moglie all’arrivo dei naufraghi a New York ebbe una visibilità mediatica senza precedenti.
Insomma, sembra incredibile pensare che quest’uomo sia nato quasi 150 anni fa. Lo trovo incredibilmente attuale e potrebbe essere un buon esempio per molti imprenditori di oggi: sognatore e al contempo tecnico rigoroso, sempre disposto a reinvestire tutto per avere un prodotto sempre all’avanguardia, per battere un nuovo record. Inventore-imprenditore al servizio del progresso e della ricerca, in un mondo che ha saputo essergli riconoscente insignendolo di prestigiosi premi e onoreficenze tra cui spicca il Premio Nobel per la fisica del 1909.
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Per approfondire:
Fondazione Guglielmo Marconi: www.fgm.it
Guglielmo Marconi, Guglielmo Marconi e i suoi scritti, Streetlibs
Paolo Beltrami, Guglielmo Marconi. L’anima della comunicazione, Area 51

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