Il 2019 è stato il trentesimo anniversario dell’annuncio di Pons e Fleischmann (vedi il mio post Fusione fredda: che fine ha fatto il metodo sperimentale?). Essendomi appassionato all’argomento ho voluto approfondire la questione partecipando a due convegni del settore.
Il primo è stato a marzo presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston, paradossalmente la stessa università che ha screditato Pons e Fleischmann pochi mesi dopo l’annuncio del 23 marzo 1989. I lavori sono durati un weekend ed ho avuto modo di conoscere la comunità legata alla ricerca respirando l’atmosfera brillante e creativa del Mit, proprio all’interno del bellissimo edificio progettato da Frank Gehry.
A settembre ho poi dedicato una settimana al loro ventiduesimo convegno internazionale, che fortunatamente quest’anno si teneva ad Assisi.
Il clima che ho trovato era molto stimolante: ho vissuto davvero la sensazione di una comunità scientifica aperta e disponibile a condividere tutte le scoperte. Esistono siti (gestiti da appassionati volontari) che mettono tutti i papers scientifici a disposizione di chiunque voglia approfondire l’argomento. Addirittura un team della University of Texas ad Austin sta creando una biblioteca specifica affinché tutte le ricerche fatte finora vengano codificate, conservate e tramandate.
Michael McKubre, ex direttore dell’Energy Research Center presso il prestigioso Stanford Research Institute, impegnato da anni nella ricerca in questo campo, nel suo discorso introduttivo ad Assisi auspicava il coinvolgimento di nuove leve. Effettivamente l’età media della comunità scientifica è molto alta e cervelli freschi e formati con metodi più moderni potrebbero portare nuovi importanti contributi alla ricerca.
Erano presenti esperti da tutto il mondo: Usa, Russia, Italia, Germania, Cina, Giappone,… I giapponesi mi sono sembrati i più attrezzati: ben preparati e ben finanziati, con molti giovani nel team. Gli statunitensi erano molto ben rappresentati (c’era persino un ricercatore del team sponsorizzato da Google). Gli italiani, stimatissimi nel settore, erano molti, anche favoriti dalla location a portata di auto.
Mi hanno colpito un paio di interventi generali sugli impatti ecologici ed economici dell’utilizzo delle reazioni nucleari a bassa energia come nuova fonte di energia.
Questo campo di ricerca, infatti, potrebbe portare all’invenzione di un ipotetico dispositivo capace di generare calore utilizzando l’energia contenuta negli atomi senza rilasciare radioattività ne’ CO2. Inquinamento zero.
Jacques Ruer, presidente della Société Française Science Nucléaire dans la Matière Condensée, ha spiegato come basterebbero reattori a 200 gradi per abbattere il 76% dei consumi di idrocarburi mondiali. Arrivati a 350 gradi questi nuovi reattori potrebbero sostituire i reattori a fissione e le centrali termoelettriche alimentando le turbine delle centrali. A quel punto questa fonte energetica a basso costo potrebbe addirittura essere usata per assorbire la CO2 presente nell’atmosfera e trasformarla in combustibili liquidi per alimentare i mezzi di trasporto.
Gli impatti di una simile invenzione potrebbero essere molti anche sul piano economico. Nella storia l’evoluzione della ricchezza prodotta è sempre stata proporzionale all’energia disponibile. Si possono vedere forti discontinuità nella crescita legate all’introduzione di nuove fonti energetiche più capaci delle precedenti. La sostituzione del legno con il carbone duecento anni fa ha permesso l’avvento della Rivoluzione Industriale. Questa nuova energia potrebbe essere la prossima grande discontinuità, la causa di una nuova crescita economica in perfetta armonia con le esigenze del nostro pianeta.
Il convegno prevedeva 57 relazioni e 152 partecipanti. Ho avuto modo di capire che oltre alla provetta di Pons e Fleischmann basata su elettrolisi ci sono molti altri modi per sperimentare l’eccesso di calore che potrebbe cambiare il mondo (ad esempio: riscaldmanento di un metallo caricato di idrogeno oppure utilizzo di ultrasuoni per indurre fenomeni di cavitazione).
Erano presenti fisici teorici, sperimentali, inventori, e semplici curiosi come me.
Quelli ad Assisi sono stati giorni intensi. Ma ne è valsa la pena: ho conosciuto persone straordinarie che dedicano la loro vita alla ricerca di un meccanismo nascosto della natura che potrebbe rendere l’energia pulita ed accessibile. Contro tutti, con pochi soldi, poca gloria e un’incredibile forza di volontà, spero che un giorno saranno gli eroi che grazie al loro ingegno avranno aiutato le nuove generazioni ad avere un mondo migliore.
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Per saperne di più:
Steven B. Krivit (2016), Explorations in nuclear research, Vol 1, 2 3, Pacific Oak Press
Mats Lewan (2014), An impossible invention, John Loss
Eugene F. Mallove (1999), Fire from ice, Infinite Energy Press
Edmund Storms (2007), The science of low energy nuclear reactions, World Scientific
Link utili: http://coldfusionnow.org, http://lenr-canr.org
Molto interessante anche per un comune mortale come il sottoscritto che non ha mai approfondito l’argomento. Alcuni passaggi ( Questa nuova energia potrebbe essere la prossima grande discontinuità…) arrivano direttamente offrendo scenari nuovi e rivoluzionari…ma chi chiedo, quando ? quando queste nuove opportunità potranno realmente diventare realtà ? Quando queste persone che oggi contro tutti stanno lavorando per il futuro dell’umanità potranno trasformare con il loro lavoro il mondo. Quando, gli interessi superiori consentiranno dei reali cambiamenti…il mondo ne ha bisogno e di tempo ne è stato sprecato tanto…