Dopo il post su Faggin, negli ultimi mesi mi sono un po’ perso nell’approfondire tematiche legate alla consapevolezza e alle grandi domande che ancora non hanno risposta. Ho letto un po’ di tutto: dal bellissimo Tao della fisica a testi scientifici sul rapporto mente-cervello, da testi sulla scienza della complessità e la teoria dell’informazione a libri quasi illeggibili per la loro poca oggettività come quello dell’astronauta Edgar Mitchell. Ho anche avuto l’occasione di assistere ad una presentazione del libro di Faggin dove l’autore ha illustrato meglio la sua teoria sul campo della consapevolezza.
Ho abbozzato almeno tre post ma ogni volta ho preferito non pubblicarli. Probabilmente non sono pronto per questo passaggio: non appena le argomentazioni tendono ad essere soggettive e vaghe io vado in blocco. Preferisco muovermi su terreni più solidi, in spazi più definiti.
Il problema mente-cervello è un esempio: da un lato persone come Karzweil sono convinte che la mente emerga esclusivamente dai processi chimico-fisici che accadono nel cervello (terribilmente triste pensare che siamo solo questo), dall’altra Faggin (che sostiene di aver sperimentato un volo extracorporeo sul soffitto della sua stanza) ritiene che ognuno di noi sia consapevole in quanto parte di un unico campo (la consapevolezza appunto) che esiste come proprietà irriducibile della natura e attraverso i singoli ‘noi’ voglia conoscere meglio se stessa. Una via di mezzo no?
Il mondo un po’ esoterico che si posiziona ai limiti dell’attuale scienza è insidioso, così come la scienza quando diventa autocelebrativa e ottusa.
La cosa peggiore è che riflessioni avventate sulla natura rischiano di farci perdere la fiducia: alla ricerca di un modello fisico più completo che incorpori la consapevolezza, ad esempio, si corre il rischio di non assegnare sufficiente importanza e valore alla nostra attuale visione della realtà e al nostro modello di progresso.
Fortunatamente, in mezzo a questo limbo esoterico in cui stavo affondando, ho incontrato un libro che mi ha confortato e aiutato a rimettere i piedi per terra e a ritrovare uno sguardo più ottimista sul presente. Il titolo è già eloquente: ‘illuminismo adesso’ di Steven Pinker. Inizialmente il libro è durissimo, persino gelido se paragonato ai testi un po’ piacioni in cui mi ero immerso. Poi, argomento per argomento, l’autore analizza il nostro mondo di oggi, con tanto di dati e di fonti attendibili. E mi sono reso conto che nonostante non abbiamo in mano un modello perfetto della natura e molto si possa ancora fare, grazie alla ragione, alla scienza e all’umanesimo è stato possibile il progresso che ci ha portati ad essere una generazione molto fortunata. Pinker ci ricorda che l’analisi oggettiva dei problemi e la ricerca pragmatica di soluzioni possibili è sempre più efficace della lamentela gratuita o del punto di vista miope dettato dalla singola esperienza. I grandi problemi della nostra epoca: riscaldamento globale e sovrappopolazione saranno risolti grazie al progresso e alla scienza. La ricetta ha funzionato finora e quindi val la pena perpetrarla: sapere aude!
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Steven Pinker (2018), Illuminismo adesso, Mondadori
Federico Faggin (2019), Silicio, Mondadori
George Johnson (2002), Simmetrie: scienza, fede e ricerca dell’ordine, Instar libri
Cesar Hidalgo (2015), L’evoluzione dell’ordine, Bollati Boringhieri
Fritjof Capra (1975), Il Tao della fisica, Adelphi
Edgar Mitchell (1996), La via dell’esploratore, Verdechiaro edizioni
Gerald M. Edelman e Guido Tononi (2000), Un universo di coscienza, come la materia diventa immaginazione, Einaudi
Daniel C. Dennet (2017), Dai batteri a Bach: come evolve la mente, Raffaello Cortina Editore
Ray Kurzweil (2013), Come creare una mente: i segreti del pensiero umano, Apogeo