Mixed Reality: ci siamo quasi

In un mio post di aprile Realtà diminuita, virtualità aumentata parlavo di come le grandi corporation stiano cercando di tirare la nostra cara vecchia realtà fisica all’interno del mondo digitale con la scusa di rendere l’esperienza utente sempre più magica ma con l’ovvio obiettivo di ampliare il loro mercato di servizi e prodotti.

La banale predizione che queste tecnologie saranno tremendamente seducenti e quindi ci costringeranno a questo passaggio si sta avverando in pieno.

Magic Leap (magicleap.com), azienda americana fondata nel 2014 e che ha raccolto due miliardi di dollari senza aver mai fatto un prodotto, sta per rilasciare la sua nuova tecnologia che promette di essere davvero disruptive. Andate a vedere il sito: occhiali meno ingombranti dei soliti occhialoni giganti, sensori super intelligenti che permettono di posizionare ologrammi tridimensionali nello spazio reale intorno a noi e una piattaforma di sviluppo da dare in mano ai creativi di tutto il mondo per riscrivere i siti internet in modo che diventino immersivi. Pensate ad un negozio che ci faccia vedere in dimensioni reali la borsa che desideriamo oppure ad un nuovo divano già ambientato nel nostro salotto.

Nessuno sa ancora dove ci porteranno le nuove piattaforme di MR (Mixed Reality) ma ci sono sempre meno dubbi sul fatto che rappresentino il passaggio successivo agli smartphone, e questo dopo appena dieci anni dalla nascita dell’iPhone.

Mike Pell, il capo del Design for The Microsoft Garage, dice bene che quando è nato l’iPhone con l’allora nuovo concetto di app scaricabile da un marketplace nessuno poteva immaginarsi, per dirne una, che un ragazzo sviluppasse Whatsapp quasi azzerando l’uso degli sms in pochi anni.

Pell nel suo nuovo libro spiega che il mondo degli ologrammi offre imprevedibili possibilità ma richiede tutta una serie di nuove competenze: i progettisti e gli storytellers devono dimenticare il passato e sposare il concetto di ‘envisioning’, i nostri sogni oggi sono ologrammi. Il creativo del futuro deve reinventare l’esperienza dello spettatore che non è più in un punto preciso a guardare uno schermo piatto ma è in mezzo all’azione. Pensate alle applicazioni possibili quando si perde il vincolo del rettangolo del display.

La cosa più sconvolgente, che ci fa capire che tutto questo sta proprio accadendo adesso, è leggere l’elenco di professionisti che Magic Leap sta cercando di assumere. Tra il centinaio di posizioni disponibili ne cito alcune:

* ‘Human vision scientist’ a Plantation in Florida;

* ‘Mixed reality application developer’ a Zurigo in Svizzera;

* ‘Algorithm engineer (computer vision)’ a Tel Aviv in Israele;

* ‘Elettro Optics System Characterization Engineer’ ad Haifa in Israele.

Professioni nuove, forse neologismi coniati dal fondatore Rony Abovitz, un innovatore che magari tra qualche anno tutti conosceremo per averci messo addosso un paio di occhiali super tecnologici al posto dello smartphone.

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Per approfondire:

Mike Pell (2017), Envisioning Holograms, Apress

Magic Leap website: magicleap.com

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