Realtà diminuita, virtualità aumentata

L’immagine di gruppi di persone intente a cercare Pokemon attraverso lo schermo del proprio smartphone sembra ormai una notizia vecchia. Alcuni ragazzi (in gran parte trentenni) sono letteralmente impazziti al punto di perdere il lavoro, altri intenti a cercare Pikaciu nel mondo virtuale sono finiti sotto una macchina reale. Un’epidemia di imbecillità temporanea che speravo essere passata.
Invece no.
Pare che sia stato solo l’inizio. Purtroppo la reazione così ‘positiva’ del pubblico ha ulteriormente sollecitato la fantasia dei grandi della Sylicon Valley che non sanno più cosa fare per pompare numeri sempre crescenti ai loro investitori.
Così Zuckerberg nelle due ultime convention di sviluppatori Facebook ci propone con entusiasmo un’immagine che si commenta da sola: ‘vedremo persone intente a guardare un muro bianco mentre invece ammirano l’immagine di quadri attraverso i loro occhiali.’ E andare a un museo o sfogliare un libro?
Ma c’è di peggio: sempre sul muro bianco potrebbero guardare un tv al plasma da 100 pollici semplicemente scaricando un app da un paio di dollari (magari da Facebook).
Togliere la fisicità agli oggetti è il sogno di qualsiasi imprenditore: basta avere la formula, il software, e puoi venderne milioni di pezzi senza dover costruire fabbriche, assumere persone, gestire trasporti, confrontarti con le scomode leggi fisiche del mondo reale. Solo ricavi senza costi variabili. Massima scalabilità. E clienti completamente dipendenti dalla piattaforma per poter godere dei loro accessori virtuali.
Bella trovata: allargare l’influenza del mondo virtuale oltre i suoi confini per farlo entrare a pieno titolo nel mondo reale.
Sono perplesso: ma spostare oggetti veri dal mondo reale a quello virtuale non vuol dire ‘ridurre’ le cose fisiche e ‘aumentare’ quelle digitali? La definizione stessa di ‘Realtà Aumentata’ sembra una trovata di marketing, sarebbe stato più leale (ma meno avvincente) parlare di ‘Realtà Diminuita’.
Oggi, si è arrivati ad un compromesso dignitoso ed è nata la cosiddetta MR (Mixed Reality).
Oltre a Facebook anche altre grandi aziende stanno investendo nella MR e il futuro sembra davvero vicino. Andate a vedere il sito magicleap.com, un’azienda che ha raccolto 1.3 miliardi di dollari senza aver mai venduto un prodotto e che promette di mandare in cantina tutti gli schermi e ‘riportare nel mondo la magia’. Purtroppo le innovazioni che propongono sono davvero avvincenti e probabilmente, entro dieci anni, miliardi di smartphone e monitor saranno sostituiti da questi occhiali super intelligenti.
Qualcuno chiama questo passaggio la ‘Quarta Trasformazione’, che ci porterà dall’era del mobile all’era dello Spatial Computing, dove il mondo stesso diventerà la nostra interfaccia. Per allora spero di avere dei nipotini e di convincere i loro genitori a vietare loro l’uso di qualsiasi strumento elettronico fino all’età della ragione perché possano capire bene la differenza tra reale e virtuale, tra emozione e intrattenimento, tra esperienza e commercio.
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Per approfondire
R. Scoble e S. Israel (2017), The Fourth Transformation – How Augmented Reality and Artificial Intelligence Change Everything, Patrick Brewster Press

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